Liceo Luigi Galvani Bologna

 Il liceo Luigi Galvani Bologna è un liceo storico, risale  al 1860 ed i legni del pavimento hanno odore antico e scricchiolano ad ogni passo.

Il liceo Luigi Galvani

Il liceo Luigi Galvani è nato un anno prima dell’unità d’Italia; forse anche un po’ della sua polvere è più che centenaria nei cunicoli di questo palazzo che lo ospita dal 1882. Sulle porte delle aule è rimasta la vecchia numerazione delle stanze che, assieme alla attuale numerazione, confonde un po’ i ragazzi del primo anno.

E’ un po’ curioso che il primo liceo della storia di Bologna sia dedicato a Luigi Galvani, all’uomo che nel settecento faceva sgambettare rane morte, uno “scienziato”, non un “letterato”! Evidentemente aveva conquistato il cuore e la fantasia di molti, forse anche della diciannovenne Mary Shelley e del suo Frankenstein, uscito circa cinquant’anni dopo gli esperimenti con cui Galvani muoveva corpi morti.

Le aule del liceo Luigi Galvani sono frequentate a rotazione, quindi tutti i professori possono fare lezioni con LIM e risorse digitali che talvolta troviamo anche nell’area didattica del sito web del liceo.  A me piacciono anche le lezioni con le scritte di gesso sulla lavagna nonostante la polvere che si disperde ed apprezzo lo sforzo dei professori di scrivere sulla pietra levigata della lavagna. Immagino anche che in futuro dovrò spiegare “gesso e lavagna” come i miei genitori hanno spiegato a me cose del passato come la “pellicola fotografica”.
felpa liceo Luigi Galvani BolognaNei corridoi sono numerosi i ragazzi con il simbolo della rana della scuola e quando indosso la felpa del liceo mi sento un po’ più parte della scuola. Nella sala Zambeccari che risale al 1752, immagino le decine di migliaia di ragazzi/e che sono passati in oltre due secoli e mezzo…

A ricreazione, alle “macchinette” di ciascun piano c’è gran folla di ragazzi, come la lunga fila per andare in bagno: che è la scusa sistematica per il ritardo di chi rientra in aula alla lezione successiva.

La mia giornata a scuola inizia alle otto

Cerco sempre di non arrivare in ritardo e a volte devo correre, a volte con la mia amica Alice, per arrivare prima del suono della campanella. Ma quando arrivo presto a scuola, molto presto, resto un po’ col fiato sospeso appena entro nella classe vuota con quell’odore di chiuso ed apro la finestra; guardando fuori, la luce del mattino che illumina i colori delle case gialle e rosse e le tegole rossastre dei tetti circostanti. Nascosta dai quei tetti, a poca distanza, c’è la torre storta della Garisenda che non sfida più la sua vicina più alta degli Asinelli. In basso via Castiglione ancora in ombra con i rumori del primo traffico e delle serrande che si alzano. Quando la mattina presto apro la finestra della classe, sento un po’ l’emozione di essere proprio nel posto giusto, la mia seconda casa.

Elisa 😉

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