Macbeth

Una delle tragedie più famose di Shakespeare, Macbeth il dramma che da 400 anni non smette di affascinare: una storia senza età!

William Shakespeare scrive il Macbeth tra il 1599 e il 1605. La prima rappresentazione risale al 1606, in occasione della visita a Londra di re Crisitano IV di Danimarca; il teatro era solo uno dei tanti intrattenimenti previsti per l’occasione. 

In questa storia la “carriera” di Macbeth è una ascesa “senza esclusione di colpi” da Thane of Glamis a Thane of Cawdor fino a King of Scotland. E’ un percorso tortuoso e sanguinario quello di Macbeth, allarmato scena dopo scena, pagina dopo pagina, per il suo destino sconosciuto ed imperscrutabile.

Il desiderio di trarre certezza da ciò che sicuro non è, sconfiggere l’incertezza del futuro, è il desiderio primordiale di Macbeth… ma non solo. Quanti ancora oggi consultano quotidianamente l’oroscopo, su giornali cartacei o digitali? Gli oroscopi ed il favore dell’astrologia del ‘900, non sono come le streghe medioevali che Macbeth invocava?

Macbeth è una tragedia dove il soprannaturale è molto presente. Nell’Alto Medioevo, alla fine del 1500, si credeva molto alla dimensione soprannaturale e Macbeth suscitava negli spettatori vera paura: si racconta che l’atmosfera che si creava a teatro era terrificante!

I superstiziosi temono che la tragedia di Macbeth porti male! Nel mondo del teatro esistono diverse scaramanzie al riguardo: secondo una di queste non si deve mai nominare l’opera per nome, così è spesso chiamata “La tragedia di Scozia”!

Macbeth

Ecco come parla Macbeth:

”L’orrore del reale è nulla contro l’idea dell’orrore. I miei pensieri, solo virtuali omicidi, scuotono la mia natura di uomo; funzione e immaginazione si mescolano; e nulla è, se non ciò che non è.”

”Sarebbe pur morta, un giorno o l’altro. Il tempo per quella parola sarebbe pur dovuto venire… domani, e domani e domani striscia a piccoli passi, di giorno in giorno, fino all’ultima sillaba del tempo prescritto; e tutti i nostri ieri hanno illuminato a dei pazzi il cammino verso la polverosa morte. Spegniti, spegniti, breve candela! La vita non è che un’ombra che cammina; un povero attore, che s’agita e si pavoneggia per un’ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla. E’ un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, e senza alcun significato.”

Elisa 🙂

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