I pesci non chiudono gli occhi non è un titolo enigmatico, ma un bambino che diventa adulto, a Napoli negli anni settanta.
I pesci non chiudono gli occhi
Un bambino di città trascorre sempre l’estate a Napoli, con la sua famiglia, passando il tempo al mare a nuotare, leggere e pescare. Appena compiuti 10 anni c’è una importante svolta nella sua vita: l’età si scrive con due cifre. Si passa dall’essere un bambino all’essere un adulto? Erri de Luca in quei giorni estivi si accorge della sua crescita interiore, sebbene ancora avvolto nel bozzolo di un corpo da bambino.
“L’infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato delle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori.”
Sulla spiaggia incontra una ragazzina del nord Italia: legge libri gialli ed ama gli animali. Con lei sperimenta il primo “amore”, quella forza misteriosa che ci trasforma, capace di farci fare cose impensabili, che scopre la specialità di un’altra persona. Per lei infatti, il protagonista affronta con coraggio il dolore e le sfide degli altri ragazzini della spiaggia. Uno scontro che in parte egli cerca anche perché ritiene che con una “rottura del corpo”, verrà fuori “un corpo nuovo”. Quando l’estate finisce i due ragazzi si salutano senza promettersi niente.
“Non trasciniamoci una promessa che poi tradiremo. Lo sappiamo che non ci rivedremo e se ci capiterà, saremo indifferenti, non ci riconosceremo.”
Un finale brusco per questa storia che sembra distruggersi in una sola pagina, in una sera di inizio settembre. La fine dell’estate è brusca, non possiamo addolcirla!
I pesci non chiudono gli occhi è un fatto, ma anche una metafora. E’ quasi impossibile distogliere lo sguardo dalla bellezza dell’amore, incantevole pur senza incantesimi. Forse c’è un’invito a vivere l’amore sempre con lo stesso stupore, con la stessa poesia e con la stessa travolgente energia, affinché in ogni giorno ci sia novità, desiderio e incontro.
“Era così bellissima vicina, le labbra appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a baciare, si spogliano di tutto, dalle parole, in giù.
“Chiudi questi benedetti occhi di pesce”
“Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere”
“Da dove ti spuntano questi complimenti, piccolo giovanotto?”
“Che complimenti ? Dico quello che vedo”.”